La Chiesa di S. Nicolella, denominata anche S. Nicola le Petit, si trova ai piedi del Castello, ed è, a dire del Paternò Castello la più antica Chiesa nicosiana, edificata dai Greci.
Anche Bartolemeo Provenzale,autore a fine 1600 del manoscritto inedito “Nicosia antica, nuova, sacra e nobile”, così la descrive: ....La prima Chiesa in questa Patria quand`era Castello, o Casale, ... si confessa esser stata la Chiesa San Nicolò sotto il Castello ...a cui al presente vi è la denominationede’ Francesi restata, mentre da questi San Nicolo il Petit fu chiamata, che in nostra lingua volle dir piccola rispetto alla Basilica fondata da` Greci nel piano... La detta prima Chiesa tiene un Crocefisso con li piedi inchiodati distintamente l`uno dall`altro all`uso della Chiesa greca”.
Ma il riferimento alla più grande “San Nicolò de Plano”, come motivazione che spieghi la denominazione “Santa Nicolella” della primitiva chiesa, non sembra essere convincente: infatti al Idrisi, nel suo “Libro di re Ruggero” pubblicato nel 1154, cita Nicosia e ne menziona il quartiere di S. Maria con i rioni di Santa Nicolella e del Vaccarino; e, poiché nel 1305 la futura chiesa di S. Nicolò de Plano risultava essere ancora una piccola cappella (solamente nel 1340 la si descrive maestosa e splendida), sembra improbabile che la denominazione di “Santa Nicolella o San Nicola le Petit” potesse servire a differenziarla da essa (cioè dalla futura chiesa di San Nicolò il Magno).
In ogni caso, da quanto detto, l’origine della chiesa dovrebbe risalire alla dominazione bizantina in Sicilia, dove la devozione al santo si sarebbe diffusa nell’VIII secolo d.C..
Nel 727 scoppiò infatti la guerra delle icone: Papa Gregorio II si rifiutò di accettare il decreto dell`imperatore Leone III l’Isaurico (675-741 d.C.), che stabiliva l`iconoclastia ovvero la distruzione di tutte le raffigurazioni di Cristo, della Madonna e dei Santi. Le conseguenze del contrasto teologico furono, tra le altre, la grecizzazione completa della Chiesa di Sicilia che si staccò da Roma (con cui si ricongiunse solo dopo la conquista normanna dell`Isola) e l`arrivo di ondate di profughi dall`Impero bizantino in Sicilia (dove vi era sempre stata maggiore tolleranza religiosa rispetto al resto dell`Impero): nuclei di tali profughi occuparono diversi borghi isolani che, spesso, denominavano o con il nome del luogo di provenienza o con il nome del santo a cui erano devoti.
Anche il nostro paese può aver attraversato tali vicende e, se l’ipotesi è vera, è probabile che nell’VIII secolo d.C. nell`attuale sito di Nicosia gli stratioti bizantini, per difendersi dalle incursioni musulmane, avessero innalzato una roccaforte intorno alla quale si raccolsero le popolazioni cristiane (latini e ortodossi), dando origine ad un borgo dove edificarono la primitiva e piccola chiesa dedicata a San Nicola, la chiesa appunto di Santa Nicolella.
Resta però da spiegare perché il nome di San Nicola, nella denominazione della Chiesa, viene riportato con il diminuitivo e con il genere femminile, Santa Nicolella appunto, fenomeno che si ripete nel gergo locale sia a Niscemi che a Caltagirone, dove il nome San Nicolò delle Canne è indicato rispettivamente come Santa Niculedda e Santa Niculidda.
Riguardo all’aspetto architettonico la chiesa, e le adiacenti viuzze, mantengono la loro originaria struttura medievale.
La Chiesa presenta un piccolo portico d’ingresso avente una parete bucata ad arco (sicuramente aveva una sua precisa funzione di tipo celebrativa, ma soprattutto d’illuminazione), mentre internamente si presenta con un` unica navata. Inoltre vi si trovavano un crocifisso greco con i caratteristici bracci simmetrici (adesso conservato nell`Aula Capitolare della Cattedrale) nonché diverse immagini sempre di manifattura greca.