Villadoro e la sua storia
Villadoro, in origine, faceva parte di un ampio territorio che comprendeva le C/de di Mancipa, Passarello, Artesina, Casuto e Valle Junco, tutti membri della Baronia di Regiovanni, che Antonio Ventimiglia aveva donato al figlio Giovanni (egli si investì della Baronia nel 1529).
Il figlio di Giovanni, Federico, ricevette poi per donazione il Feudo dell’Artesina ed i marcati di Casuto e Valle Junco, divenendone Signore feudatario e quindi 1° Barone (investitura del 1547); Federico, alla morte del padre, ereditò anche i rimanenti membri della Baronia di Regiovanni.
Morto Federico, nel 1561 s’investì della Baronia di Regiovanni la figlia Giovanna (che aveva sposato Carlo Ventimiglia); i coniugi, nel 1572, acquistando la Baronia di Naso dagli eredi Grimaldi (Gioacchino, Giovan Calogero, Mariuccia e Nicolò), cedettero loro in semi-permuta i seguenti feudi membri della Baronia di Regiovanni:
- i feudi di Montagna di Mezzo e di Cannito a Gioacchino Grimaldi;
- i feudi di Mancipa e Passarello a Giovanni Calogero Grimaldi;
- il feudo Valle a Mariuccia Grimaldi;
- il feudo Artisina a Nicolò Grimaldi.
Giovan Calogero Grimaldi divenne così novello Barone di Mancipa e Passarello; alla sua morte, nel 1589, s’investì il figlio Giuseppe e, nel 1600 seguì nella titolarità Felicia Valdina, e del Bosco; quest’ultima, per testamento, legò i Feudi di Mancipa e Passarello al “Convento dei Carmelitani” (sotto il titolo del Noviziato di Santo Isidoro) che li vendette poi a Pietro Gussio da Nicosia, che però non prese investitura.
Martino Gussio, alla morte del padre Pietro, gli successe nel possesso delle terre e ne prese baronale investitura nel 1649; egli sposò Eleonora Gravina, ed Alliata.
Morto Martino senza eredi, gli successe nei feudi prima il fratello Lorenzo (investitura del 1654) e poi l’altro fratello Giuseppe (investitura del 1655, come si rileva nel foglio 45 dell’Archivio della Regia Cancelleria).
Seguì nella titolarità Giovanna Maria Gussio e Pinedo, figlia primogenita legittima e naturale di Giuseppe (investitura del 1657); essa morì in Spagna, lasciando erede dei suoi beni il marito Giuseppe Gravina, che prese investitura nel 1666.
Nel 1678 la Baronia di Mancipa e Passarello passò a Giovanni Battista D’Onofrio e Grimaldi (creditore aggiudicatario di Giuseppe Gravina) che, nel 1698,acquisì anche il Feudo dell’Artesina (lo vendette suor Anna Alliata).
Alla fine del XVII secolo, il suddetto Giovanni Battista donò parte del suo feudo (circa 30 ettari) ai contadini che iniziarono a costruire un borgo con chiesa, poi chiamato Villadoro (processo di colonizzazione interna“ritardato” rispetto a quello sviluppatosi in Sicilia tra il1590 e il 1650).
Il Provenzale infatti, nel suo ms inedito del 1695, Nicosia città di Sicilia, antica, nuova, sacra e nobile,riporta che la Matrice di S. Nicolò ...tiene anche soggetta la Chiesa della nuova Terra di Valle d`Oro chiamata, territorio di questa.
Nel 1712 risulta titolare della Baronia di Mancipa, Passarello e Artisina, Margherita D’Onofrio, erede universale di Giovanni Battista.
Seguono quindi una serie di vicissitudini giudiziarie e di litigi successori, durati decenni, tra le Famiglie Grimaldi, Gussio, Gravina, Alliata e d’Onofrio, fino a quando le terre dei feudi di Mancipa, Passarello e Artisinapervennero nel possesso di un unico “dominus”, cioè Gesualdo d’Onofrio, e Grimaldi (investitura del 21 Aprile 1782).
Alla sua morte, senza eredi e legittimi successori, tali feudi furono devoluti alla Regia Corte.
Il sovrano li riconcesse ad Antonio d’Onofrio, e Grimaldi, zio di Gesualdo, e ai suoi eredi nascituri legittimi, con espressa dichiarazione di dovere rimanere salve ed illese le pretese e le ragioni ed azioni appartenenti al Regio Fisco.
Il privilegio di “riconcessione” della Baronia di Mancipa, Passarello e Artisina dato ad Antonio d’Onofrio e Grimaldi nel 1798, fu esecutoriato il 27 Febbraio 1799; egli, per la concessione in Baronia, ottenne poi l’investitura in data 8 Ottobre 1804, e fu anche l’ultimo feudatario investito prima dell’abolizione della feudalità.
Successivamente il borgo passò a Giuseppe Galletti, Marchese di S. Marina, per il suo matrimonio con Margherita d’Onofrio, la quale portò in dote anche il territorio dell`Altesina e dell`Altesinella.
Sino al 1812, Villadoro ebbe Giurati propri approvati dal Marchese, come un comune autonomo feudale. Con l`abolizione dei diritti feudali, Villadoro fu aggregato a Nicosia, di cui è rimasta frazione fino ai nostri giorni.