Contrada Casale
Il territorio di Contrada Casale, posto a S/E del demanio nicosiano, attraversato dal fiume di Cerami, confina in parte con i territori di Gagliano ed Agira, e con l`ex Feudo (con torre) di Bonalbergo.
Il toponimo Casale deriva dai numerosi fabbricati che vi insistevano e che costituivano un piccolo borgo, chiamato "Rahal Zukar" durante la dominazione araba, e poi "Godeseri" al tempo del Conte Ruggero, che lo trasformò in priorato benedettino affidato al Monastero di Patti.
Nella zona in direzione N-E/S-O, sopra un alto costone calcarenitico, a 1000 m circa slm, si eleva lo Schino della Croce, che sfida l`altro "Schino della Croce" sito in C/da Casaleni.
Il paesaggio è tipicamente collinare per l’abbondante presenza di affioramenti argillosi e quali vengono largamente sottoposti a processi erosivi, che a loro volta sono accentuati dall’intensa attività antropica quale pascolo e colture arative.
La geomorfologia, che si sviluppa in un intervallo di quota compreso fra i 450 e i 600 metri slm, è complessivamente caratterizzata da ondulazioni più o meno marcate che danno luogo a torrenti affluenti poi del fiume Cerami (a sua volta affluente del Salso Cimarosa), accanto al quale sale la Regia Trazzera che attraversa il fiume col tramite di un antico ponte romano, poi ristrutturato dai Normanni: l`antico ponte congiunge quindi l`antica trazzera regia che, proveniente da Nicosia, conduce verso Troina.
Ubicato nell`omonima contrada, lungo il fiume Cerami, si trovano i resti del Mulino Sant`Ambrogio (oggi denominato mulino di Caferfari).
Al di la del fiume, in territorio di Gagliano, si osserva un grande pozzo in elevazione (forse bizantino) costruito con antichi mattoni.
L`antico feudo del Casale si trova ad un centinaio di metri sopra la trazzera regia, ad essa collegato da un diverticolo acciottolato; costruito forse in epoca romana come torre di controllo a presidio del transito, semidistrutto nella storica battaglia a di Cerami tra Musulmani e Normanni, fu riedificato dal Conte Ruggero che vi fondò un monastero, rilevabile nei disegni e idealmente ricostruito sulla base di altri analoghi e coevi (come ad es. quelli di Castellana di Sicilia ed Alcara li Fusi).
L`abitato del Casale esistette come tale fino ai primi decenni del 1800, per poi diventare fatiscente fino a crollare nel terremoto del 1908: dei suoi resti, rimangono un grande ammasso di pietre squadrate, una casa rurale costruita negli anni `50 dello scorso secolo utilizzando una parte di queste pietre, una tomba trisoma con due ingressi, ed un` altra ad arcosolio collocata in una piccola emergenza limitrofa alla casa rurale in questione, e legata ad una leggenda di un tesoro incantato e di fantasmi (le "trovature").
Circa cento metri più a nord vi è un`atra emergenza calcarea con un`altra tomba ad arcosolio verosimilmente romana.
Nella parte alta della zona, a nord del fabbricato, si trova un`altra grande emergenza arenaria con un grande anfratto seguito da una profonda galleria: vi si trova scolpita un`incisione scritta in arabo corrosa ed illeggibile.