Monte Altesina
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La Riserva Naturale Orientata "Monte Altesina" è stata istituita con il decreto dell’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente n 476 del luglio 1997; la riserva, che si estende per una superficie di circa 750 ettari, sorge nel territorio del Comune di Nicosia ed é quasi interamente dislocata nelle parti sommitali delle pendici dei monti Altesina (m. 1192), Altesinella (m. 1043) e della Campana (m. 1007); è gestita dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali.
Monte Altesina (m. 1192 slm) rappresenta la vetta più alta dei Monti Erei: da qui nasce la sorgente principale del fiume Dittaino, poi affluente del Salso. Le pendici del monte sono ricoperte da un fitto bosco di querce sempreverdi su cui spicca il Leccio, di querce caducifoglie e di roverelle; nel sottobosco si trovano il pungitopo, il prugnolo, l’asparago, il rovo, il biancospino, la rosa canina, il cisto, lo straccia braghe, la ginestra dei Nebrodi.
Tra queste numerose piante si aggirano diversi mammiferi tra i quali la volpe, il gatto selvatico, la faina, il cinghiale, il riccio, il coniglio selvatico, la lepre appenninica, lo scoiattolo, l’istrice e il topo quercino. Tra i rettili sono presenti la lucertola di Sicilia, la lucertola campestre, il ramarro occidentale, la luscengola, il geco verrucoso, il gongilo, la vipera e il biacco. Tra i rapaci vi sono il falco pellegrino, il falco pecchiaiolo, la poiana, il gheppio, lo sparviere, il barbagianni, la civetta, l’allocco, l’assiolo il picchio rosso maggiore e la coturnice siciliana.
Venne abitato durante la protostoria dai Siculi, popolazione di pastori e guerrieri che, utilizzando le emergenze quarzarenitiche, scaveranno tombe “a grotticella e a forno”, a volte articolate e connesse fra di loro. La sommità del monte presenta tracce evidenti di urbanizzazione antica, nonché imponenti escavazioni costituiti da edifici in pietrame a pianta quadrangolare; nella vetta più alta vi si notano silos, cisterne, una scala elicoidale intagliata nella roccia, diversi locali con aperture “panoramiche”, e muri con scanalature dove venivano appoggiate le travi delle coperture.
Il sito acquisì centralità strategica durante il periodo arabo (827 à 1060 d.C.), quando il condottiero Abbas, dopo le scorrerie nei territori vicini, si rifugerà nel suo bosco e nei resti dell’antico abitato posto sulla vetta e quando gli Arabi divideranno la Sicilia nelle “Tre Valli”, esse si dipartiranno dalla cima dell`Altesina che ne rappresentava l’ombelico. Su di una grotta della vetta si osserva una iscrizione cufica del X sec. che risulta essere una testimonianza di fede religiosa araba (sciadda): essa conferma il ruolo importante che il sito dovette avere durante la dominazione saracena.
Durante la dominazione normanna (1060 à 1194 d.C.), il primitivo toponimo del sito Mons Aereus si trasformerà in Altesina (in dialetto siciliano “Artisina” o “Lartisina”); il nuovo toponimo ha un gemello nella zona piemontese, l’Artesina delle cime novaresi: tale apparente coincidenza fa ipotizzare l’occupazione del sito da parte delle colonie lombarde venute in Sicilia al seguito di Adelaide del Monferrato (sposa di Ruggero d’Altavilla), anche perché derivano proprio dalla regione novarese i coloni che sono andati a popolare i centri di Sperlinga e di Nicosia. All`interno del bosco, in ampio altopiano con piccolo laghetto, sono visibili infatti i resti di un eremo intitolato a "Santa Maria di Lartisina", dove anticamente si sarebbero insediati dei frati benedettini, che furono il braccio religioso della latinizzazione operata dai Normanni.