La chiesa di San Vincenzo Ferreri, chiusa ai giorni nostri al culto, faceva in passato parte di un Convento di Clausura delle Suore Domenicane; il complesso, ubicato in Largo San Vincenzo, piazzetta che fronteggia la basilica di Santa Maria Maggiore, fu costruito nel 1555 su committenza del barone Nicolò Cancellario.
Il convento, separato un tempo dalla chiesa, era ad essa collegato da un passaggio aereo ad arco che superava l’attuale via della Misericordia: tale passaggio era utilizzato dalle monache per accedere al matroneo della chiesa, situato sopra il nartece, e poter così assistere alle celebrazioni liturgiche.
L`annessa chiesa fu completata alla fine del 1600 con l`aggiunta di una scalinata a quadrifoglio, con il bel portale centrale neoclassico con archivolto a tutto sesto, la balconata chiusa da inferriate per la clausura in alto e il campanile a cui è addossato uno stemma nobiliare.
Nel 1882, monastero e chiesa furono consegnati al Comune di Nicosia; dopo il terremoto del 1967, ciò che rimase del monastero fu demolito per far posto ad un plesso scolastico per la scuola primaria e dell’infanzia: si salvò solo la chiesa (dichiarata di interesse storico ed artistico dalla Sovrintendenza ai BBCCAA), poi restaurata, soprattutto nella volta, nel 2007.
L’interno, a navata unica, con presbiterio a pianta ottagonale, possiede quattro altari laterali dove trovano posto le sepolture di alcune badesse, l’ingresso laterale (incorniciata all’esterno da un settecentesco portale in pietra grigia) sul prospetto nord, e un arco trionfale che la separa dal presbiterio, a cui si accede con un gradino, nella zona est.
L`interno della chiesa è arricchito da stucchi ed affreschi commissionati al pittore fiammingo Guglielmo Borremans nel 1717, il quale affrescò nella volta centrale (con la tecnica dello sfondato prospettico e del trompe l’oeil) la grandiosa Gloria di San Vincenzo e dell’Ordine domenicano: ai piedi del santo, coronato dalla Santissima Trinità, sono raffigurati Pietro, Paolo, Mosè e Giovanni Battista, e le sante domenicane (Caterina da Siena, Rosa da Lima e Agnese da Montepulciano); la decorazione è completata da due medaglioni circolari, il primo raffigurante San Domenico con i quattro Evangelisti e il secondo San Tommaso d`Aquino con i Dottori della Chiesa. Nella lunetta centrale dell’ingresso laterale spicca la figura di Santa Caterina d’Alessandria, mentre nelle altre lunette sono rappresentati i Papi domenicani (Innocenzo V, Benedetto XI, Pio V e Benedetto XIII); nella volta del cappellone, un medaglione centrale raffigura L’Angelo che segna gli eletti.
Nel centro del presbiterio una grande tela, che rappresenta La Madonna del Rosario, San Domenico, Santa Caterina e Santa Rosa, sormonta un ricco altare barocco in marmo policromo del 1768 (donato dalla badessa Maria Teresa Ansaldi dei marchesi di Spataro), dove è collocata la statua lignea di San Vincenzo, opera del gangitano Filippo Quattrocchi.