In via F. Randazzo, annessa all`antico monastero benedettino, è eretta la chiesa di San Biagio, già completa l`11.6.1433, poi ampliata tra il 1698 e il 1729, ed infine (2010-2011) restaurata nel prospetto esterno dall`arch. P. Gurgone e all’interno dall’arch. Carla Mancuso, entrambi della Sovrintendenza di Enna.
Dopo la soppressione del monastero, parte dell`edificio fu venduto a privati, e quello rimasto fu concesso a mons. Cozzucli per collocarvi temporaneamente il Seminario Vescovile, che vi rimase dal 1889 fino al 1960.
L`interno a navata unica è coperta da una volta a botte con lunette impostate a livello di una cornice trabeata che corre per tutta l`aula. A livello sottostante l`aula si trova una cripta parzialmente scavata nella roccia e composta da diversi locali.
La chiesa è rivestita di bellissimi stucchi e dorature in stile rococò, scolpiti nella prima metà del XVIII secolo da Serafino Perollo; per gli altari, G. Velasco (tra il 1772 ed il 1775) vi dipinse cinque tele:
- San Biagio che guarisce un ammalato di gola;
- Estasi di Santa Scolastica;
- Martirio di San Placido e dei suoi compagni;
- Presentazione di Gesù al Tempio.
- San Benedetto che abbatte la statua di Apollo;
Dietro il quadro di San Biagio, sull`Altare Maggiore, si trova la statua del santo scolpita nel 1600 dal Li Volsi.
Sono altresì custoditi nella struttura:
- il Gruppo del Cristo flagellato di G.B. Li Volsi;
- la bara di San Lorenzo proveniente da Santa Maria;
- la bara di San Bartolomeo proveniente dalla Cattedrale;
- il trono episcopale che mons. Avarna regalò alla Cattedrale.
Recentemente è stato mirabilmente restaurato l’antico organo.
Un vero e proprio modello architettonico barocco è, poi, il tabernacolo monumentale in legno, proveniente dalla chiesa di Santa Maria di Gesù: si tratta di un lavoro d`intaglio riferibile a Pietro Bencivinni, o almeno ad un artista della sua scuola.