Il soffitto ligneo dipinto
Il Soffitto Ligneo dipinto della cattedrale di Nicosia, inserito nel periodo artistico siciliano a cavallo fra i sec. XIV e XV, rimane l’unico esempio in Italia di tetto a capriate dipinto: esso non è visibile perché coperto da una volta a botte lunettata costruita agli inizi del secolo XIX.
Il tetto ha una struttura a carena con capriate in vista poggianti su mensole alveolate, ed è diviso in dodici campate, ognuna delle quali è formata da un sistema di capriate a forma di trapezio; lo spazio inquadrato in ognuna delle due travi maggiori è diviso in quadrati intervallati da piccole travi che li dividono a loro volta in dodici formelle; al centro delle due travi maggiori si trovano delle assi larghe cm.42, dove sono raffigurati dei Santi o qualche scena sacra.
Su tutta la superfice si stende una decorazione a tempera dai colori che vanno dal rosso intenso al bleu, dal giallo aurato al nero, dal bianco al verde cupo. Le raffigurazioni sacre sono in minoranza rispetto a quelle profane: fra quelle identificabili, sono enumerati la Cacciata dei Progenitori dal Paradiso e una Incoronazione della Vergine (attualmente staccata e conservata in Aula Capitolare); fra i vari santi, S. Alberto Magno, SS. Cosimo e Damiano, S. Sebastiano, S. Damiano e S. Agostino (manca un S. Girolamo che è stato staccato e si trova attualmente nella sagrestia del Duomo).
Fra i soggetti a carattere profano, si evidenziano animali selvatici, inflorescenze, figure virili, dame e fanciulli, grotteschi, droleries, scene di caccia e scene di vita quotidiana.
Non mancano raffigurati, infine, alcuni stemmi nobiliari, come quello dei Ventimiglia e dei Marchisio.
Una peculiarità presente nel tetto è costituito dalle ventiquattro lettere dell`alfabeto che riempiono le formelle quadrate dell`undicesima campata; ciascuna di esse, a caratteri gotici maiuscoli, è inscritta in un cerchio ed è ornata all`interno da frastagliati elementi vegetali.
Secondo mons. Crispino Valenziano (membro del Pontificio Consiglio per i Beni Culturali della Chiesa e della Pontificia Commissione di Archeologia sacra), il ciclo pittorico del tetto ha come tema conduttore la storia della Salvezza, contenuta idealmente fra la Cacciata dei Progenitori dal Paradiso e l’Incoronazione della Vergine; anche il ventiquattresimo segno, posto tra la Y e la Z delle lettere dell’alfabeto gotico, rappresenta la stilizzazione del “Tow paleoebraico” ovvero la “Tau greca” che, nel Cristianesimo, rappresenta appunto il segno della “Salvezza”; le fasi lunari, raffigurate sopra l’alfabeto gotico, alludono al calcolo della data in cui celebrare la Pasqua.