Tra la metà del V e la metà del IV a.C. Herbita fu certamente uno dei centri interni più importanti della Sicilia; nel 446 a.C. quando Ducezio volle creare sulla costa tirrenica la colonia di Calacte (odierna Marina di Caronia), dovette ricorrere alla collaborazione del dinasta di Herbita, Arconide I.
Dopo circa 40 anni, Arconide II, dopo aver respinto un assalto di Dioniso di Siracusa e stipulato con lui un trattato di pace, fondò il centro di Alesa sulla costa tirrenica della Sicilia, unito ad Herbita dalla cosiddetta "via del grano". A quel tempo Herbita sembrava quindi dominare la fascia montuosa dei Nebrodi e con essa gli accessi alla costa tirrenica della Sicilia C/E.
Il collegamento di Herbita in età ellenistica con la costa tirrenica trova conferma nell’epigrafe di Alesa, in cui Herbita è accostata ad Alesa, Calacte e Amestrato.
Verso la metà del IV a.C. Herbita fu in grado di coniare monete, non solo di bronzo ma anche di argento. L’importanza di Herbita in questo periodo è ricordata da Tolomeo (PTOL. 3,4,6), allorché riporta la Sicilia è abita a Nord da Messinesi, a Sud-Ovest da Segestani e Siracusa, e al Centro da Erbitesi e Catanesi.
Presto Herbita decadde, superata per importanza anche dalla sua colonia di Alesa, a tal punto che questa tentava di rinnegare origini divenute troppo modeste, per cui lo stesso Cicerone la definisce antea copiosa pur continuando a pagare decime di grano pari a quelle delle città maggiori dell’interno.
Il nome di Herbita compare nei compilatori geografici alto-medievali, ma non negli itinerari tardo-antichi.
Secondo la consueta tipologia dei centri siculi, Herbita doveva essere arroccata su di un monte a dominio di una vasta area di produzione di grano: ma il suo sito non è stato ancora identificato; tra le proposte:
- Herbita si troverebbe in un’area molto vicina alla costa ed ad Alesa, ovvero S. Stefano di Camastra o Mistretta; ma tale ipotesi contrasta con gli stretti rapporti di Herbita con l’ennese e la Sicilia C/E;
- Herbita si troverebbe nell’area tra Sperlinga e Nicosia, o a Nicosia stessa, alle pendici S/O dei Monti Nebrodi;
- recenti rinvenimenti monetali, però non ufficiali, sembrano indicare invece un’area presso Gangi Vecchio o la Montagna di Alburchia.