A Nicosia, il giorno di Pasqua, dopo la messa cantata, dalla chiesa di S. Croce la statua di Gesù risorto e della Madonna coperta da un manto nero si dirigono verso Piazza Garibaldi da vie diverse, giungendovi a mezzogiorno in punto, con grande concorso del popolo in festa; il Cristo risorto arriva in piazza dalla via F. Testa, mentre la Madonna (ancora in lutto e coperta dal velo nero) arriva dalla via F. Randazzo: le due statue sono condotte al centro della piazza da parti opposte. Quando simbolicamente la Madonna si accorge del Figlio, viene buttato via il manto nero che la copre, la si fa salire sulla piazza mentre al Figlio benedicente si fa fare qualche passo avanti verso di Lei; poi la Madonna fa un inchino, un altro, e corre verso Gesù che si va avvicinando, si abbracciano mentre “o puveraro spara bombe e moschettiada” e “o redogio sona i cento toche”; e tutte le persone presenti nella piazza e nelle vie adiacenti, dopo aver ricevuto la benedizione del Vescovo fatta dal balcone principale del Municipio, si abbracciano e baciano tra esclamazioni di giubilo e scambi di auguri.
Agli inizi del XIX secolo, durante la Santa Pasqua si celebrava a Nicosia anche la "Casazza": “u scontru” fra le statue di Gesù resuscitato e di Maria Vergine, era preceduto dalla rappresentazione (prevista e descritta nella “Casazza”) di un Angelo Primiero e di altri tre Angeli Cantori che, accompagnati da vari strumenti musicali, cantavano la gioia dell’avvenuta Risurrezione; quindi uscivano i Santi Padri della Chiesa dal Limbo e facevano le loro dimostrazioni; ed infine si faceva la rappresentanza di Giuda con due Demoni i quali, dopo essersi egli strangolato, lo conducevano nel Baratro Infernale.