
Le “tavolate” di San Giuseppe, tradizione popolare del meridione d’Italia, consistono in alcune tavole imbandite di cibarie di vario genere, offerte come ex voto a San Giuseppe durante i festeggiamenti del 19 marzo, giorno della festa del papà.
In alcuni paesi della Sicilia (compreso Nicosia, dove però la tradizione si sta perdento) in tale festività alcune famiglie, che intendono assolvere un voto o esprimere una particolare devozione al santo, allestiscono in casa un tavolo o grandi altari con strutture in legno, adornati con numerose lenzuola bianche ricamate, su cui troneggia un`immagine del santo e sul quale vengono poste paste, verdure, pesci freschi, uova, dolci, frutta, vino; sono poi invitati a mensa mendicanti, familiari, amici, e tre bambini poveri rappresentanti la Santa Famiglia; in questa occasione, un sacerdote benedisce la tavola ed i poveri vengono serviti dal padrone di casa.
Secondo una tradizione “ortodossa” l’origine della tradizione si fa risalire ai monaci benedettini (che veneravano in modo particolare il santo) i quali sin dal 1030 offrivano, oltre al riparo per la notte, anche cibo ai più bisognosi; i monaci avrebbero mutuato i festeggiamenti degli antichi Romani, i quali il 17 Marzo e nei giorni seguenti celebravano i Liberalia (in onore di Liber Pater e della consorte Libera); la festa si teneva il 17 marzo in occasione del sedicesimo anno di età di un ragazzo, quando cioè si deponevano la “bulla” (un amuleto) e la “toga praetexta” (o libera) e si prendeva la toga virilis; il ragazzo passava cioè dallo stato di puer (bambino) a quello di adulto, con tutti i diritti e i doveri del cittadino romano.
Ma secondo un’altra interpretazione, la tradizione delle "tavolate" può originarsi dai "Vangeli apocrifi" i quali, pur non essendo stati riconosciuti documenti canonici dalla religione cristiana, rappresentano le fonti della mitologia e della tradizione cristiana; il brano di riferimento è la “Storia di Giuseppe falegname” del Sec. IV-V ca. (CODICE H, della Recensione arabo-latina, cap. XXVI): [26, 2] Ogni mortale che nel giorno del tuo anniversario avrà cura della oblazione sarà da me benedetto e ricompensato nell`assemblea dei vergini. Chiunque, nel giorno della tua memoria e nel tuo nome, avrà dato cibo ai miseri, ai poveri, alle vedove e agli orfani faticando con le sue mani, per tutti i giorni della sua vita non sarà privo di beni.