San Cono è un’emergenza rocciosa situata ai piedi del colle dei Cappuccini, quasi a costituirne l’avamposto; essa, disposta a occidente del centro urbano della città, ha la curiosa forma di un panettone: piatta in cima, a forma quasi sferica ed allungata verso est, è delimitata dalle vie San Gaetano, Beato Felice e Giardinetto, e si estende per una lunghezza di circa 70 metri e per una larghezza di 30, elevandosi fino ad un’altitudine di 700 metri s.l.m. Lungo i suoi fianchi sono presenti numerose opere di escavazione di pianta e dimensioni diverse: ogni vano ha una superficie che oscilla tra i 4 e gli 8 metri quadrati, e si tratta per lo più di ambienti ad unico vano dislocati lungo l’asse stradale a diversi livelli ed accessibili mediante scalette scavate nella roccia. Buona parte di essi sono adibiti ad abitazioni da parte di privati.
La collina prende il nome di Sant’Icono o San Cono, che è il santo a cui è intitolata l’omonima chiesetta, anch’essa scavata nella roccia: la struttura planimetrica del complesso delle grotte è tale da far pensare ad un insediamento eremitico, anche perché anticamente il luogo era immerso tra selvose colline e il nucleo abitativo di Nicosia doveva essere ben lontano.
Al primo ingrottato si accede da via San Gaetano tramite una scaletta che conduce prima a quattro grotte ad unico vano di forma irregolare e di consistente grandezza, e dopo continuando a salire la scaletta, si trova quello che pare il nucleo principale del complesso: vi si trovano ben sei ambienti tutti comunicanti tra di loro. Essi si affacciano sulla terrazza di arrivo, su di un piano lungo circa otto metri e largo meno di due, e scosceso a nord. Lungo la parete di queste grotte, sopra le porte delle medesime si notano dei piccoli canali per il drenaggio e la raccolta delle acque piovane. Ancora quattro gradini portano ad un vano indipendente da quelli fin qui descritti.
Il secondo ingrottato muove da via Giardinetto con due scalinate scavate nella roccia, una delle quali serve le grotte destinate ad uso abitativo, mentre l’altra porta alla terrazza antistante alla chiesa, cui era destinato il luogo più ampio e insieme il più raccolto; la pianta è irregolarmente rettangolare, orientata da nord verso sud e, nei resti dell’abside si nota l’unico altare ancora visibile, sormontato da un affresco, in gran parte rovinato, raffigurante una Madonna con Bambino di probabile età tardo-bizantina; su di un lato della chiesetta è scavato un vano forse adibito a sacrestia; del portale rimangono gli stipiti in pietra locale e le mensole che sostengono un archivolto a sesto ribassato, mentre quattro finestrelle al centro della volta davano luce all’ambiente.
Un terzo ingrottato, più grande, si nota dalla parte del convento dei Cappuccini: salendo per una scaletta, in corrispondenza del primo ballatoio, si incontra un grande ambiente con un archivolto a sesto acuto; salendo un’altra rampa della scaletta, si arriva ad altre cinque grotte a diversi livelli e di diversa grandezza; la scaletta continua ancora e va a finire nella terrazza piccola della chiesa vicino l’ingresso principale.