Il Vaccarino è un quartiere posto ai piedi di Monte S. Giorgio, nel lato sud-est, quasi a costituirne un’appendice, delimitato delimitato in basso dalla via Arena, in alto dalla Porta Abbìa (via Nicolò Sabia) e dalla via Santa Barbàra (con accentazione greca) e, lungo i fianchi, dalle vie Misericordia, Vaccarino e Gallaccio, oltre che da numerosi stretti vicoli che s’inerpicano sul costone.
Nel costone di questo quartiere sono presenti diversi ingrottati, segni tangibili della presenza dell’uomo nelle passate epoche: ad esempio, la grotta dalla volta rotondeggiante che si trova all’interno dei resti della chiesa della Misericordia rimanda all’epoca della dominazione bizantina.
Negli ingrottati di questo rione, secondo una tesi del prof. S. Trovato (cfr. Saggi di Toponomastica Nicosiana, Nicosia 1997), durante la Guerra del Vespro, si rifugiarono i superstiti del casale di Vaccària (l’araba Maqârah): il toponimo Vaccarino, ne è la prova più tangibile.
In via Santa Barbàra è si osservano tre ingrottati: il primo composto da un vano con ingresso graduato e archivolto piatto di consistente grandezza e media altezza, con agli angoli di fondo due enormi pozzi stretti in testa e molto larghi sul fondo; subito accanto, il secondo con ingresso ad arco ribassato costituita da un unico ambiente, ma con un pozzo al centro; e alla loro sinistra, un terzo cui si accede con un gradino, anche questo con un pozzo al centro e un’edicola su di una parete.
Un viottolo porta, più a valle, ad altri due ingrottati, di due vani ciascuno, con alcune mensole scavate nella roccia (localmente ticchjenë), un’edicola e l’immancabile pozzo.
Procedendo ad ovest, si arriva all’imbocco della tortuosa via della Misericordia, anch’essa disseminata di grotte con pareti liscie, tetto piatto e ingresso a tutto arco; nella via sono presenti i ruderi dell’antica chiesa della Misericordia, al cui interno, scavato nella roccia, si accede tramite tre gradini.